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Un’esperienza "mistica"

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Angela Pasciuti Nagari | 12/03/08

Perché mi spostano dalla mia libreria? Stavo raccontando al mio vicino della gara di aquiloni, della corsa dei bambini, dei duelli nel cielo, del valore dell'amicizia... Sono preoccupato… chi mi sta accanto sullo scaffale aveva appena finito di narrarmi una storia molto triste in cui i vigili del fuoco bruciavano i libri e alcune persone avevano dovuto imparare a memoria tutto il testo per tramandarlo. Mi vogliono forse bruciare?! Aiuto!

Partenza per Nizza! Due ragazzi vanno verso la Costa Azzurra per una vacanza: mare, sole, amore e... l'ultimo oggetto del desiderio di design, la "Bookworm".

Per ora mi sbattono con noncuranza sui sedili posteriori della macchina e inizia il viaggio: c'è il sole, non il freddo dell'Afghanistan. Passiamo una frontiera senza fermarci. Ma come? Per i miei protagonisti ogni passaggio di frontiera è un dramma e qui non chiedono neppure i documenti! In che mondo siamo?

Il planning accuratamente studiato prevede l'installazione della libreria della Kartell sulla parete di fondo della cameretta, poi spiaggia, bagno, rapido ritorno a casa e cena a Cap d'Antibes, presso la villa di amici, a picco sul mare.

Credevo mi avessero dimenticato in macchina, al buio di quel garage sotterraneo, invece all'ultimo momento mi afferrano e mi portano in casa, abbandonandomi su una sedia. Quasi subito iniziano a risuonare colpi, urla e strepiti.

Il ragazzo, subito contrastato da lei, decide di dare alla libreria una forma diversa da quella classica a spirale, suggerita da tutte le riviste, e vuole tracciare una sola voluta sulla destra della parete e poi lasciare che il nastro si allunghi in orizzontale verso sinistra, con l'ultimo capo leggermente rialzato: praticamente una lumaca.

Avete mai montato (da dilettanti, s'intende!) una libreria di questo genere? E' un'esperienza "mistica"! La fatica immane consiste nel dare forma al nastro cosiddetto "flessibile", ma soprattutto nell'applicare i reggilibri, per i quali occorrono innumerevoli buchi. Prima telefonata della mamma:
– "Hai montato la libreria?" – "Lo sto facendo, ma non è facile..." – "Te l'avevo detto di seguire le istruzioni e non cambiare forma!" – "Mamma, basta! Oltretutto all'estero pago anch'io la telefonata e sto lavorando..." Clic. Dopo altre telefonate (– "Tuo zio l'ha installata subito e le ha dato una forma ad esse!" – "Grazie, lui è architetto!"), improperi contro il "Verme" flessibile e sudate, il capolavoro è pronto e sta benissimo.

Finalmente, silenzio: mi posano su un ripiano grigio, trasparente, non il solito a cui ero abituato, ma più curvo perché posso stare anche un po' sdraiato, non impalato (o impilato?!) e così, più rilassato. Faccio conoscenza coi miei vicini... ma... che lingua parlano questi libri? "La Promenade des Anglais"... "la Croisette"... "Est-ce que vous allez à Paris?" Spero mi lascino qui abbastanza perché possiamo imparare a capirci. È fondamentale per conoscersi. In tutto il mondo, i popoli dovrebbero conoscersi reciprocamente per vivere in pace.

Dato che ormai il punto che riguardava la spiaggia è stato archiviato perchè il primo argomento all'ordine del giorno (la Bookworm) ha occupato tutto il tempo a disposizione, i due ragazzi cominciano a sistemare i libri per completare l'opera: magnifico!