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Tutto iniziò con Oyster

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Antonello Farris | 13/12/07

Io il portaombrellone Oyster l’ho amato molto, e con lui Carla. Lui bianco, elegante, funzionale. Lei alta, semplice, intelligente.

Io stavo in terza fila e mi annoiavo un po’: i genitori sulle sdraio a prendere il sole, i miei amici fuori città in vacanza, lo stabilimento balneare poco animato.

Da qualche giorno, tutte le mattine, nell’ombrellone della prima fila un po’ sulla destra, arrivava una famiglia dall’aria borghese e discreta: padre, madre, un ragazzino sui dodici anni ed una ragazza più o meno della mia età, sui sedici anni. Il papà è alto, magro, naso affilato, fronte spaziosa. La madre è rosea, un po’ paffuta, solare e ridente. Il ragazzino è robusto, collo forte, viso chiaro e aperto. La ragazza è anch’essa alta, magra, assorta, leggera.

Io sto leggendo, e sollevo gli occhi per osservare la ragazza. Poi riprendo a leggere ma non resisto e guardo verso lei. Leggo nuovamente ma non capisco neanche una parola. Poso il libro sul tavolino dell’Oyster e sto così ad osservarla. Lei ed il fratello entrano in acqua, fanno il bagno, giocano con il materassino, sento qualche loro risata ed il ragazzo che la chiama : Carla, Carla, guarda che tuffo… Carla ritorna al suo ombrellone apre la vaschetta dell’Oyster e prende gli occhiali da sole. Sta in piedi e guarda il mare.

Anche nei giorni seguenti la scena si ripete uguale: i genitori di Carla stanno nelle sedie a sdraio a prendere il sole, mentre i loro figli si spostano tra il bagnasciuga e l’ombrellone. Ogni volta, dopo il bagno, Carla apre la vaschetta dell’Oyster e prende i suoi occhiali da sole. Qualche volta i nostri sguardi si sono incrociati, e alcune volte lo sguardo è stato un po’ più prolungato del normale.

Pochi giorni dopo il loro arrivo i genitori di Carla si allontanano per una passeggiata sulla battigia, mentre i loro figli entrano in acqua per il solito bagno. Davanti a questa situazione non ho incertezze: prendo il mio cellulare dalla vaschetta dell’Oyster e scrivo il messaggio “ VORREI CONOSCERTI, Sergio”, ma non ho il suo numero…e allora mi avvicino al loro ombrellone, apro la vaschetta del loro Oyster, ci deposito il cellulare con il mio messaggio, richiudo e torno al mio ombrellone.

Carla esce dall’acqua, si asciuga con la spugna, poi come al solito apre la vaschetta dell’Oyster ed estrae sia gli occhiali da sole che il mio cellulare. Mi guarda a lungo, io la guardo con il cuore in tumulto e le gambe tremanti… Vedo che scrive qualcosa sul suo cellulare e che lo deposita nella vaschetta. Poi si allontana, per tornare sulla battigia, portando con sè il mio cellulare.

Io corro sotto il suo ombrellone, apro il tavolino, prendo il suo cellulare e vedo che nel display ha scritto la frase “ ANCHE IO, Carla”. Con mano un po’ tremante per l’emozione compongo il mio numero e mi invio il messaggio. Pochi secondi dopo sul cellulare che ho in mano appare il messaggio “VORREI CONOSCERTI, Sergio”. Anche lei dalla battigia ha avuto la stessa idea e si è spedita il mio messaggio. Ci guardiamo e ridiamo apertamente.

Lei ritorna verso l’ombrellone, si avvicina, mi tende il cellulare, sorride e dice: “Ciao Sergio, questo è tuo, metti tutto nella vaschetta dell’Oyster e vieni a fare il bagno con noi “. Adesso nella vaschetta i due cellulari affiancati mostrano nel loro display i nostri messaggi.

La seguo e sento che per me l’estate sta iniziando in quel momento.

In seguito io e Carla siamo tornati per molte estati in quello stabilimento con gli ombrelloni Oyster. La comoda vaschetta ha continuato ad ospitare il mio cellulare, che custodisce nella posta in arrivo il messaggio “ANCHE IO, Carla”, ed il suo cellulare, che custodisce nella posta in arrivo il messaggio “VORREI CONOSCERTI, Sergio”.

Tutto è avvenuto così, semplicemente e naturalmente… e da quel giorno le nostre vite scorrono unite.