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Tavolo Kartell. Modello: Tulipano
Torna alla galleryIo sono nato che i mobili di casa c’erano già. Sono nato in una casa in cui mobili non sono mai cambiati. La mobilia di casa mia non è mai stata eccezionalmente ricercata e non appartengo a una famiglia che abbia mai tenuto in modo particolare all’acquisto di oggetti di design pregiato e costoso. Ma tutto quello che i miei occhi di bambino vedevano, nella casa in cui ho abitato, mi sembrava veramente e sinceramente bello.
Dovevano essere cose belle, dato che quando per sbaglio le rovinavo pasticciandoci sopra con i pennarelli, i miei mi riempivano amorevolmente di botte.
Fra tutte le cose belle che ho attualmente in casa, il tavolo rotondo è di certo quella che mi piace di più. Si tratta di una buona imitazione del tavolo “Tulipano” della Kartell. Pur non essendo originale, gli voglio dedicare lo stesso un pensiero.
In primis perché su quello ho mangiato, fatto i compiti, guardato i cartoni di Asterix… Insomma, ho passato i momenti meno brutti della mia esistenza.
Il tavolo che è appartenuto ai miei genitori e che adesso è mio è grande abbastanza per starci comodi comodi in quattro (casualmente il numero del mio nucleo famigliare originario), ma anche in due non è malaccio.
Lo avrete visto sicuramente in qualche telefilm o sceneggiato degli Anni Sessanta (dato che fu acquistato con innumerevoli sacrifici attorno a quel periodo), nelle sue versioni Bianco o Nero.
Sembra un fungo. Con una grossa cappella piatta. E con il gambo oblungo e sinuoso. Un prataiolo da cucina. Un finferlo ipertrofico. (Lo capite quanti risotti con i funghi ho mangiato su questo benedetto tavolo, vero?)
Le sedie abbinate sono della stessa foggia. Avvolgenti e futuribili. Progettate in un tempo in cui il futuribile aveva un senso di esistere (dato che il presente ci lascia tutti un po’ con l’amaro in bocca).
Le sedie però mi piacciono di meno, perché per quanto belle e ben disegnate, non sono comode. E stare bene a tavola è importante. A tavola si può stare in varie maniere. Ma quando hai tavolo rotondo senza gambe, ma con un solo gambone centrale, ci si stende sempre un po’ come i Cavalieri della Tavola Rotonda. Anche se mancano i cavalli.
Il bello di una tavola circolare è che se sei a tavola con la tua famiglia puoi guardare tutti negli occhi e puoi parlare facilmente. Ciò aiuta particolarmente nelle numerose situazioni in cui non ci si vorrebbe guardare negli occhi e non si avrebbe nulla da dire.
Poi, si può stare in tanti tutti vicini, perché non c’è l’ingombro sotto per i piedi. Anzi, se inviti a cena una bella ragazza puoi fare il piedino strusciando un po’ sul pilastro centrale (così la tua bella si potrà prefigurare bizzarre idee sul dopo cena).
Fu Eero Saarinen ad avere l’idea di concepire questo tavolo così strano, e lo vorrei ringraziare.
Lo ringrazio per non avermi mai fatto sbattere la testa contro gli spigoli (che non c’erano).
Lo ringrazio perché sopra ho potuto stendere una pizza gigantesca perfettamente circolare.
Lo ringrazio perché durante il trasloco, dato che il tavolo non ci stava sul camion, l’ho potuto portare nella casa nuova facendolo girare come… come una ruota per le strade della mia città.
Un giorno ci attaccherò i pedali e andrò in giro con questo assurdo velocipede per farmi un picnic in assoluta comodità.