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MIA DOLCE CAROLINA

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Concetta Ranieri | 06/12/07

Fiat 500 L blu fiammante, bella, tirata a lucido: apparivi così quel giorno indimenticabile del lontano 1984. Ero così fiera di me perchè avevo superato a pienissimi voti l’esame di guida! Mi eri stata donata in premio da papà e in famiglia, all’unanimità, avevamo deciso di darti questo nome.

Per festeggiare la patente la prima sera che ebbi l’onore di sedere al volante decisi di portarti in pieno centro. Era terrificante sfrecciare nel traffico dell’ora di punta! Ero molto cauta, ma nello stesso tempo, grazie a te, cominciavo, pur coi brividi addosso, a muovermi con una certa destrezza! Quella sera sudavo freddo e ricordo ancora benissimo, come fosse ieri, il percorso: Porta Nuova, corso Vittorio, corso Massimo D’Azeglio, proprio le strade più trafficate! In mezzo agli ingorghi cominciavo a sentirmi padrona della strada e man mano che acquistavo sicurezza capivo con gioia che presto la paura mi avrebbe abbandonata! Volli anche regalarti ciò che di più caro avevo sin dall’infanzia: l’orsacchiotto Pit che nonna mi portò dall’America. Lo appesi come fanno tutti allo specchietto retrovisore. Come facessi a vederci proprio non so! Sennonché procedevo serenamente e pienamente padrona della strada come un perfetto e orgoglioso pilota di Formula 1. I miei passeggeri erano invece piuttosto tesi! Cominciarono così le mie piccole scorribande senza però perdere troppo di vista il codice della strada!

Mi sentivo estasiata quando davo uno strappo a qualcuno poiché potevo finalmente dimostrare quanto fossi brava! Ma, come accennavo prima, i miei passeggeri dovevano essere dotati d’estremo coraggio poiché il mio bolide era pieno di sorprese! Ricordo, per esempio, quella sera in cui diedi un passaggio ad un’amica ed in prossimità d’un incrocio, proprio durante l’attraversamento, si fulminarono tutte le luci! Oppure quando, nel bel mezzo d’un corso, mi ritrovai con enorme stupore in contromano! In questi difficili frangenti mi sentivo piuttosto tranquilla e rasserenavo in mille modi chi mi sedeva accanto. Quella volta in tangenziale al ritorno dall’Ospedale San Luigi rischiai un sacco! Ero in realtà innervosita e soprappensiero poiché non avevo trovato la persona che cercavo. Come appresi dopo, costui era ricoverato altrove. Chiarito l’equivoco ripartii a tutto gas, ma in contromano! Per fortuna, assistita come sempre dalla buona sorte, mi rimisi velocemente sulla giusta carreggiata. Mi rattristai anche parecchio, mia piccola, la notte in cui i ladri ti “scoperchiarono” rubando la capote.

Mia cara sei stata anche testimone dei miei piccoli flirt! La situazione si era capovolta: ero io in questo caso il “cavaliere” e, come tale, i fidanzati me li scarrozzavo a bordo! Intanto il tempo passava e tu non eri più la Carolina scattante di prima! Perdevi olio a tutto spiano finché un bel giorno cominciasti lentamente a perdere i pezzi! Recuperai velocemente la marmitta per strada prima che un tir ci passasse sopra! Così, con molta nonchalance, viaggiavo con la marmitta dietro al sedile e fu quel giorno del lontano 1987 che avvenne qualcosa di fatale che ci divise per sempre! In occasione della visita di Papa Wojtyla, Torino era ampiamente presidiata dai vigili cui certo non sfuggì il mio macinino! I vigili sorrisero al frastuono della marmitta ma quando si accorsero che non avevo prenotato la revisione mi requisirono definitivamente il libretto! Erano proprio scarse le probabilità di passare la revisione ed avrebbe richiesto un costosissimo restyling! Non mi restava che procedere alla rottamazione.

Da quel giorno, cara Carolina, sono passati 21 anni ed ogni volta che porto la tua foto al cuore è come se il tempo si fosse fermato. Rivivo così, con lo stesso entusiasmo di ieri, i miei anni più spericolati a bordo del mio bolide. Infine tra ricordi gioiosi e rimpianti cade una lacrima perché Carolina, rappresenti la mia spensierata giovinezza che non ritornerà mai più!