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La mia poltrona
Torna alla galleryMancavano ancora tre minuti, erano interminabili. Non riuscivo a stare ferma… “Speriamo che questa volta sia la volta buona.” Avevo quasi paura di guardare la penna, così chiamano ora il test di gravidanza. Con un occhio chiuso e l'altro socchiuso speravo con tutto il cuore di essere incinta.
Finalmente lessi l'esito: “Hurrà!!! Sono incintaAAAAAAAAAAAAAAAA!”
Iniziai a saltare su Dade – così avevo chiamato la mia poltrona – l'unica cara amica che non mi giudica mai. Lessi bene le istruzioni, magari le avevo interpretate male. “Ma no, questa volta c'è l'ho fatta: aspetto un bimbo.”
Cercavo di stare calma, mi sedevo e rialzavo ripetutamente, se il cuore se avesse potuto uscire fuori avrebbe sprizzato tutta la mia gioia. Saltavo e risaltavo su quella cara poltrona, senza rendermi conto che la stavo distruggendo.
Ogni tanto nei miei salti sentivo un cric, ma pensavo che fosse il rumore del mio cuore!!
Sentii aprire la porta, vidi mio marito sbalordito, perchè era entrato in casa con la mia vicina e la scena fu alquanto buffa. Mio marito mi chiese cosa stavo facendo, se fossi impazzita.
A quel punto sentimmo un grosso tonfo.........avevo sfondato la poltrona.
Le mie gambe erano all'aria, io urlavo la mia felicità dicendo a mio marito la bella notizia. Ebbene sì, mi sentivo in paradiso, però riguardavo nel contempo la mia poltrona e mi dispiaceva averla distrutta.
Ora il mio bimbo ha 3 anni, ho riposto Dade in mansarda, con la data e il test in una busta, per ricordarmi che non tutti i mali vengono per nuocere.