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IL MOBILETTO DEI DESIDERI

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Concetta Ranieri | 22/01/08

In quella lontana estate del 1969 il sole, la spiaggia, il mare e la pineta erano pronti ad accoglierci come tutti gli anni. Cartella, libri, quaderni erano già riposti ed il meritato riposo era finalmente giunto! Il Sud mi attendeva, e con esso le mie compagne di gioco. Come sempre la mia pagella aveva reso felice i miei sicché non avevo proprio nulla da temere ed il divertimento era già assicurato! Cosa passa secondo Voi nella testa d'una bimba di dieci anni al termine dell'anno scolastico? Nient'altro che la voglia immensa di ritrovare gli amichetti per inventarsi nuovi e più disparati giochi, ma più che altro la speranza di vivere all'aria aperta per ben due mesi! Mia sorella era ancora troppo piccolina ma, non così piccola da non intuire che qualcosa di bello sarebbe accaduto così mi osservava felice mentre preparavo la valigia.

Ma il lavoro più gravoso di preparazione a questa vacanza restava a carico dei miei, e soprattutto di mio padre. Questi si prodigava per rendere abitabile e più confortevole possibile la nostra graziosa baracca, travolta dalle intemperie invernali. Non parlo di bungalow, poiché a quell'epoca non facevamo ancora campeggio organizzato e potevamo goderci chilometri di spiaggia libera. Tornando ai preparativi per l'estate, direi che questa prima fase fosse per lui la più faticosa e impegnativa. Si trattava infatti di ricercare tutta l'attrezzatura per il campeggio accatastata in cantina, andando a riparare ciò che si era rotto o rimpiazzarlo definitivamente. In tal senso papà amava sempre dare un tocco di novità alla nostra piccola dimora estiva e fu così che quel giorno, con gran fierezza, caricò sul portapacchi dell'auto un mobiletto portaombrellone davvero molto particolare. Mia sorella ed io ne fummo subito molto attratte poiché l'ombrellone era multicolore ed aveva anche quella specie di vano portaoggetti dove avremmo potuto mettere chissà quante cose!

Giunti al mare dopo, il solito trambusto iniziale, ci sistemammo felicemente in questa casetta. Il nostro bel mobiletto fu collocato da papà davanti alla veranda e da quel giorno non ebbe proprio pace! Ciò perché nella nostra famiglia piaceva proprio a tutti ed era così molto conteso.

Al mattino papà se ne appropriava riponendoci tutte le sue cose e non lo mollava finché non finiva di leggere il giornale. Appena lo abbandonava per andare a fare la spesa mamma arrivava agguerrita per portarselo in spiaggia. Qui lo travolgeva con tutti i suoi solari e, regolarmente, al momento di venirsene via non lo riportava in pineta ma lo lasciava lì per avere la certezza d'accaparrarselo anche al pomeriggio.

L'unico tra noi ad essere il più sfortunato era il nonno poiché lo trovava sempre occupato! Di rado, infatti, ci notavamo i suoi cruciverba. Invece le più fortunate eravamo io e mia sorella e lei, per quanto piccolina, mi seguiva ovunque! Quasi di nascosto, subito dopo pranzo, mentre tutti facevano la pennichella, andavamo in spiaggia con tutto lo sciame dei nostri amichetti per sottrarre a mamma il porta-ombrellone. Eravamo in tanti, per cui diventava facile trasportarlo altrove. Giunti poco dopo sul posto, toglievamo tutte le creme che vi erano state riposte improvvisando poi un punto di ristoro dall'insegna "QUI PER VOI". L'allestimento avveniva in men che non si dica poiché ognuno di noi portava dei cibi. In poco tempo diventammo così l'attrazione del Lido. Le nostre mamme erano tutte felici semplicemente perché le nostre merende sparivano sempre fulmineamente e quindi non dovevano proprio faticare per farcele mangiare! Esse non seppero mai cosa combinassimo sebbene le briciole potessero facilmente insospettirle.

Scattata la fine della pennichella tutto tornava al suo posto. Di certo papà non poteva farci un regalo più bello e divertente, non trovate?