Gallery
GIGIA: UN'AMICA D'INFANZIA
Torna alla galleryLa storia che voglio raccontarvi è la storia della mia infanzia: di un periodo di grande spensieratezza grazie ad un’amica che ebbe un ruolo importante, da prima che io venissi al mondo: quello di motorizzare una giovane donna, una sposa, e poi una mamma, dalla fine degli anni Sessanta alla metà degli anni Ottanta. Parlo della nostra FIAT 500 L: quella di mamma. Per lei, rappresentò un po’ la sua entrata in società. Il primo passo davvero importante della sua vita di adulta. Quella vettura le permise di iniziare una vera e propria “nuova vita”, regalandole l’emancipazione, la libertà e la possibilità di essere indipendente. L’accompagnò dal paesino di provincia verso la città scintillante, dalle mille luci e colori. Ogni giorno, al suo amato lavoro di commessa, fra le boutique del centro. A bordo di quella 500 L bianca, si respirava la sensazione che tutto fosse possibile. A parte il ricorso obbligatorio alla “doppietta”, per scalare le marce, in quanto il cambio non era sincronizzato, il resto della nostra 500 era un vero lusso. Interni rivestiti in elegante moquette “bouclè” rossa. Una tappezzeria “cannolata”, in similpelle nera, rivestiva pannelli laterali e sedili. La linea della carrozzeria smussata, e l’abbondanza di cromature, creavano eleganti effetti di luce. Le conferivano un’aria assolutamente“chic”, che le altre utilitarie non si potevano permettere. Ma soprattutto (e questo mi riempie di tanta commozione) la ricordo per essere stata l’auto della mia infanzia. Mi sembra ieri, quando ci portava a spasso. Non dimenticherò mai quel suo inconfondibile borbottio, appena il motore dava i primi giri, ed allora sì… la vita prendeva davvero colore! Ogni volta, con Gigia, (com’era solita chiamarla mamma, parlandole come fosse umana) era una nuova avventura; di tanto in tanto anche un po’ spericolata! Come quella volta che un camion grande e grosso decise di portarsi via il suo specchietto retrovisore, mandando in frantumi il vetro della portiera sinistra e sfregiandole l’intera fiancata, senza nemmeno fermarsi. Mamma col pancione (stavamo andando a comprare la culla per il fratellino in arrivo) ed io in un pianto dirotto, per lo spavento! Ma furono pronte, lei e mamma: partirono subito in un inseguimento di tutto rispetto, con le marce tirate al massimo ed un forte stridore di gomme. Alla fine recuperarono il numero di targa del bestione e… “quello” non la fece franca! Fu il mio primo, vero inseguimento stradale, assolutamente degno del grande schermo! O come quando si viaggiava con la borsetta di mamma dimenticata sulla capote, sopra di noi. Ve l’appoggiava mentre sistemava noi piccoli sul divanetto posteriore; poi prendeva posto in macchina, senza farci più caso. Ci accorgevamo dell’insolita sistemazione del “bagaglio” per via dei sonori colpi di clacson, che ci lanciavano altri automobilisti; o per il gesticolare divertito dei passanti, quando eravamo in coda al semaforo. Quanti ricordi insieme a quella vetturetta. Ancora oggi, non manca mai l’occasione di tirar fuori la cara, vecchia Gigia di tanto tempo fa. E si riparte immediatamente sulla strada della fantasia, ripercorrendo quegli anni e quei chilometri, che non sarebbero stati gli stessi, senza di lei. E ci conforta sentirla ancora così vicina a noi, così presente in tanti nostri discorsi quotidiani. Lei, quella 500 L dal muso un po’ imbronciato, per via dei tubolari cromati, che avrebbero dovuto ingentilirle il sorriso, continua a tenerci compagnia. Ogni volta che vogliamo, facendosi beffa dei blocchi del traffico ed incurante della vita frenetica dei giorni nostri, lei riparte come faceva allora. Basta… la scintilla di un ricordo. Ascoltate: ha già messo in moto il motore. Saliamo! Ci porterà, sulla scia della fantasia, dove più ci piace. Anche in capo al mondo!